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Il modello Struttura-Condotta-Performance

Il modello in questione si rifà agli studi di Mason degli anni 30, ripreso ed approfondito in seguito da Bain e Scherer.

Secondo l'impostazione di Scherer , le performance di particolari industrie o mercati dipendono dalla condotta dei venditori e degli acquirenti in campi come: le politiche dei prezzi e le scelte conseguenti in tema di collaborazione aperta o tacita tra le aziende, le strategie pubblicitarie e di linee di prodotti, l'impegno in ricerca e sviluppo, gli investimenti in impianti di produzione, le tattiche legali. La condotta dipende a sua volta dalla struttura del relativo mercato, comprendendo voci quali: il numero e la distribuzione dimensionale dei venditori e acquirenti, il grado di differenziazione dei prodotti, la presenza o l'assenza di barriere all'entrata, il rapporto tra costi fissi e totali nel breve periodo, il grado di integrazione verticale, il grado di diversificazione dei prodotti delle singole aziende (si veda la figura).

La struttura del mercato e la condotta delle imprese subiscono l'influenza anche di varie condizioni di base che comprendono, dal lato dell'offerta: l'ubicazione e la proprietà di materie prime fondamentali, il tipo di tecnologia disponibile, la sindacalizzazione della forza lavoro, la deperibilità o meno del prodotto, le scadenze produttive, le caratteristiche del prodotto ecc. Per quanto riguarda la domanda, in una lista delle caratteristiche di base più importanti dovrebbero perlomeno figurare: l'elasticità al prezzo della domanda, la disponibilità di prodotti sostitutivi, il tasso di crescita e di variabilità della domanda nel tempo, le modalità di acquisto degli acquirenti, le caratteristiche commerciali del prodotto venduto. Altre condizioni di questo tipo riguardano il contesto legale e politico in cui le imprese si trovano ad operare ed i valori socioeconomici dominanti nella comunità degli affari.

Naturalmente non vi è solo un legame univoco dalle condizioni di base o dalla struttura di mercato verso le performance, esistono infatti anche degli effetti retroattivi: è possibile, in particolar modo, che la condotta delle imprese operi in modo tale da condizionare le condizioni di base o la struttura stessa del mercato.


Tra le determinanti della struttura del mercato rientrano anche:

  • l'esistenza di economie di scala (a livello di prodotto, di impianto ecc.);
  • le politiche governative (normative antitrust, imposizione di tariffe);
  • i tassi di crescita delle singole aziende all'interno del settore.

Per quanto riguarda poi la condotta delle imprese è opportuno sottolineare i seguenti punti:

  • le politiche dei prezzi: se il settore è in regime di oligopolio, le decisioni dei venditori in materia di prezzo sono interdipendenti. I dirigenti delle aziende non possono non accorgersene e sono indotti ad adottare politiche collaborative. Il coordinamento oligopolistico può assumere la forma di accordi palesi o segreti e leadership di prezzo. La probabilità di avere una collaborazione volta a mantenere i prezzi al di sopra del livello concorrenziale è comunque inversamente correlata al grado di concentrazione dell'industria. Un altro fattore che influenza le politiche dei prezzi è il rapporto tra costi fissi e costi totali, maggiore è quest'ultimo maggiori saranno gli incentivi ad abbassare i prezzi, al fine di conquistare una quota maggiore di domanda su cui diluire i costi fissi. Il potere contrattuale degli acquirenti può essere un fattore di contenimento all'aumento dei prezzi di produttori monopolisti o oligopolisti;
  • diversificazione: le strategie dei prezzi di una grande impresa che offre più prodotti su più mercati possono essere molto differenti da quelle degli specialisti indipendenti, ciascuno in possesso di una quota di uno specifico mercato;
  • dimensioni dell'impresa: possono essere una variabile di grande rilevanza ai fini dell'innovazione, secondo Scherer esiste una soglia dimensionale minima, funzionale a consentire l'invenzione e l'innovazione. Essendo inoltre la ricerca, in particolare quella di base, di natura molto incerta, con ricadute positive nelle aree più disparate, essa può essere più premiante in imprese diversificate, con un maggior ventaglio di possibilità applicative.

Per quanto concerne infine le dimensioni rilevanti della performance ai fini della valutazione, si sottolineano i seguenti punti:

  • efficienza allocativa: nei casi di monopolio e oligopolio si avrà una limitazione della quantità offerta, con prezzi al di sopra dei costi marginali ed un minor benessere dei consumatori;
  • efficienza nell'uso delle risorse: non è ben chiara la relazione esistente tra concentrazione dell'industria e risparmio nell'uso dei fattori produttivi, se da un lato un aumento di questa porta ad un corrispondente aumento delle economie di scala, è anche vero che l'oligopolio può prevedere un maggiore impiego della pubblicità e forme di non price competition che ne annullano i vantaggi;
  • equità nella distribuzione del reddito: il monopolio è indubbiamente distorsivo in questo senso, anche per il reinvestimento di profitti a tassi di rendimento più elevati rispetto al tasso medio normale;
  • progresso tecnologico: è tendenzialmente favorito in industrie a concentrazione medio alta o, almeno, non eccessivamente frammentate;
  • stabilità macroeconomica: gli investimenti tendono ad essere maggiormente stabili nelle industrie meno concentrate

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Analisi fondamentale dei titoli quotati in borsa